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  • Categoria dell'articolo:Racconti

I volti, i muri scrostati, i tetti di paglia delle capanne e le baracche di latta, il cibo di strada, il caldo, le immense cittĆ , tutti queste strane scritte in alfabeti sconosciuti, la curiositĆ  della gente, i villaggi, il tĆØ, il cambio di valute, i valichi di frontiera, tutti i letti e le camere cambiate, ogni giorno un giorno nuovo, i venditori di ogni tipo di merce, gli orari dei treni e degli aerei e degli autobus e delle barche, gli orologi e gli ombrelli dei monaci, i sorrisi del Buddha, gli occhi felici dei bambini, gli occhi tristi dei bambini, i volti scuri degli indiani e i loro baffi, lo sguardo sereno del Dalai Lama, gli amici da tutto il mondo e i loro sogni, i tramonti sui templi,la gentilezza e i vari tentativi di fregarmi, i mari blu, scoprire che il mercato tradizionale ĆØ cambiato in uno moderno, le maledette scimmie dispettose, i grattacieli di Hong Kong e le loro luci al neon, pensare a cosa fare e dove andare, i piani saltati, i nuovi piani, fare e disfare per creare qualcosa di sempre bello, rimanere bloccati nel traffico di Jakarta, le contrattazioni senza fine per pagare solo pochi centesimi in meno, incontrare un amico a Tokyo, programmare un viaggio per poi dover cambiare tutto e improvvisare su due piedi qualcosa di nuovo ed inaspettato, le fotografie, le barche sul Mekong, il dolore ai reni, cavalcare un elefante, le bandiere tibetane, imparare a salutare e ringraziare nella lingua del paese che sto visitando, lavare i panni sotto la doccia, la polvere, i tour in bicicletta, bere in un Izakaya a Osaka, la speranza delle persone e le loro paure, le informazioni chieste e ricevute con estrema cortesia, le montagne scalate, la pelle blu di Shiva, il ventre di Ganesha, il lungo il fiume di Kuching, le attese negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie, dormire su qualsiasi superficie, le vecchie canzoni coreane in un club di Hongdae, andare ovunque e con qualsiasi compagno di viaggio, i draghi e le tigri e le leggende, i noodles, una vecchia donna sconosciuta che mi ha dato il buongiorno per le strade di Melaka, guardare e contemplare paesaggi sconosciuti dalla finestra di un autobus scassato, il canto dei gechi, le spiagge di sabbia, essere visto come un alieno, il mio cattivo inglese, l’infinita muraglia cinese, tutto il tempo passato a trovare un modo per fare soldi, i visti e la lunga attesa per ottenerli, quasi ho pianto davanti alla statua di Gundam a Odaiba, gli scooter, gli autobus e gli autobus e ancora gli autobus, il traffico, i ventilatori rumorosi nella stanza che rendono difficile il dormire, gli eccellenti gamberetti mangiati su una spiaggia cambogiana, gli infiniti check-in e check-out, lo scambio di informazioni ed esperienze con altri viaggiatori, le strade, le attese per i bagagli in aeroporto, ridere e scherzare con un giovane venditore ambulante in un tempio di Bagan, il rosso sputo degli indiani e dei birmani che masticano il paan, i bus notturni vietnamiti, le diverse prese di corrente e gli adattatori, lo scippo a Kuala Lumpur, gli strani frutti, dire addio a qualcuno, le notti folli a Itaewon, l’odore unico del durian, cavalcare un cammello, fare surf a Dulan, bere con la gente del posto Beer Lao in un piccolo villaggio in Laos, le mappe della zona, gli infiniti 7-Eleven a qualsiasi angolo, sedersi accanto a estranei e condividere un sorriso, le festivitĆ  indiane che si tengono praticamente tutti i giorni, gli occhi tristi di una signora che guarda il mare a Busan, le preghiere tibetane e le loro canzoni, gli orrori delle guerre, camminare mano nella mano , cucinare cibo italiano a sconosciuti, cantare in un noraebang a Seul, dire fanculo a qualcuno, chiedere scusa a qualcuno, in sella a una motocicletta sulla costa settentrionale di Taiwan, cavarsela in qualsiasi situazione a qualunque costo, le accelerazioni che schiacciano contro il sedile dell’aereo che sta per decollare, il mare dellā€™Est in Corea, fare l’autostop a Taiwan, incontrare di nuovo un sorriso familiare, i dossi sulle strade che ti fanno saltare sul sedile di un autobus, affrontare qualsiasi tipo di problema da solo, la musica ad alto volume, il chilometro zero dell’Indonesia, correre rischi per evitare futuri rimpianti, camminare con le infradito, prenotare un volo per destinazioni sconosciute, un mercato locale, ascoltare la storia della vita di qualcuno, la voglia di vivere e non solo sopravvivere come un animale, scalare il Monte Misen nell’isola di Miyajima, scoprire che non era quella giusta e impacchettare tutto e partire, cercare di comprendere una nuova cultura, le risaie verdi di Mae Hong Son, un caffĆØ con una sconosciuta, incazzarsi con una cultura, i simpatici panda, un amico che mi introduce il cibo locale, il disperato bisogno di libertĆ , fare piangere una donna di fronte al Taipei 101, gli strani animali nello zoo di Singapore, la data di scadenza del visto, la dea del mare Mazu, cercare di superare i limiti delle culture, provare ogni tipo di cibo che la gente di solito mangia anche se ĆØ davvero strano, condividere tutto con chiunque, annoiarsi di un posto, l’alfabeto coreano, i telefoni con suonerie sparare a tutto volume, scrivere un blog, il karaoke e le telenovelas in TV sui bus del sud est asiatico, lasciare un paese, le donne con i tacchi alti in bicicletta sotto la neve a Fukuoka, ubriacarsi in una festa di villaggio nella giungla del Borneo, le metropolitane, le incredibilmente forti Haenyeo nell’isola di Jeju, le poche cose nel mio zaino, il matrimonio di un amico ad Hangzhou, i baci, perdersi nel pensare troppo, la gentilezza della gente, l’ultimo addio a un sorriso familiare, dei ragazzi nepalesi che condividono con me la merenda, le idol bands coreane, i veli delle studentesse in Malesia, la prima notte a Bangkok dove non riuscivo a respirare per il caldo estremo, i ghiacciai dell’Himalaya, la pioggia, il vento, i nuovi sapori, le e-mail e i messaggi scambiati con amici lontani, insegnare a qualcun altro quello che si sa, imparare da ogni evento e persona, l’amore nascosto dietro occhi pieni di paure, i colori di tutto ciĆ² che mi circonda, mirare e rimirare la mappa del mondo per continuare a sognare questo bellissimo sogno.


Luca Sartor

Esploratore indipendente, innamorato dei paesi e delle culture asiatiche. In viaggio da sempre, vivo da anni nel continente asiatico. Seguitemi su INSTAGRAM @lucadeluchis