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– Una ragazza che viaggia ed esplora il mondo dal suo coffee shop a Seoul


Incontro la giovane Yena al suo accogliente e modesto coffee shop: The Wanderlust Corner, nel quartiere di Sinchon.

“Sono nata qui a Seoul e ho vissuto gran parte della mia vita in questo vicinato. 

Mi sono laureata all’università di agricoltura, dove incontrai un professore che faceva ricerche e analisi sulla frutta, tra cui mele e uva. Mi consigliò un tirocinio in un’azienda agricola in mezzo ai vigneti della Germania dove producevano del buon vino. Trovai l’idea affascinante, così partii per passare otto mesi della mia vita nel paese europeo. Mi piacque molto vivere nella natura, dove trovai dei ritmi più lenti e rilassati, dove la gente ti saluta cordialmente, non ero abituata a questo perchè ho sempre vissuto in questa città dove tutto è così veloce.
Non avevo abbastanza conoscenze relative al settore vinicolo, prima di allora ho sempre pensato che questa bevanda alcolica fosse qualcosa di snob, capita spesso che qui a Seoul più un prodotto è costoso e più è considerato buono, non abbiamo ancora sviluppato una cultura legata alla degustazione del vino. Ma durante la mia esperienza oltre oceano appresi a gustarlo, apprezzarlo e capire cosa lo rende delizioso: se ti piace il gusto significa che è buono, a prescindere dal costo. 

La Germania non solo cambiò il mio approccio al vino, mi aiutò anche molto a migliorare il mio stile di vita. Prima del viaggio in Europa non mi sentivo troppo sicura di me stessa: non uscivo mai di casa se non mi truccavo o se non indossavo le mie lenti a contatto, tutto per poter sentirmi più accettata e apprezzata dagli altri, cosa che capita frequentemente a molta altra gente qui in Corea del Sud. L’aver passato molto tempo fra le persone di un paese straniero e aver osservato come vivono in una cultura differente dalla mia, dove tutto era molto più pratico e semplice (soprattutto perchè mi trovavo nella campagna tedesca), mi fece cambiare diverse idee su di me e su come gestivo la mia vita. Ricordo che ero con due ragazze del posto che non si facevano troppi problemi con il lavoro pesante all’azienda agricola, si vestivano semplicemente e non si truccavano, mi hanno insegnato a essere più coraggiosa e indipendente, a essere più me stessa: ora non uso più molto il trucco e indosso gli occhiali, se no mi sentirei come se fossi finta. Ma prima non avevo neanche idea che tutto questo truccarsi era…come dire…troppo! Non avevo un termine di paragone.”  Quello che mi racconta mi colpisce parecchio e mi fa ragionare sul fatto che nascere in una determinata cultura ci spinge ad agire in modi prestabiliti, in linea con principi comportamentali precisi, dettati dai modelli sociali che riteniamo scontati, seguendoli in maniera puramente automatica, come se fossimo dei veri automi. Spesso ci comportiamo e assumiamo atteggiamenti assurdi perché ci uniformiamo a schemi dei quali, gran parte delle volte, non siamo consapevoli. Non ci accorgiamo dei nostri sbagli perché non abbiamo uno specchio sul quale riflettere i nostri errori e poterci quindi migliorare. Per quello che trovo viaggiare e, soprattutto, il venire a contatto con differenti culture fondamentale per lo sviluppo personale.

“Ho anche preso qualche chilo in più quando ero in Germania…le mie amiche qui dicevano che ero ingrassata, ma i giudizi non mi preoccupavano più. So che non è una cosa semplice da capire o da accettare nel mio paese, dove i parametri di bellezza sono molto alti e dove bisogna sempre apparire perfetti. Da allora ho iniziato a sentirmi bene con me stessa e ad apprezzarmi per come sono. 

Sono andata in Germania per studiare ma quest’esperienza mi ha cambiata di molto a livello personale, facendomi diventare una persona molto più semplice, naturale e matura.”

“Ho anche avuto un’altra esperienza in un’azienda vinicola nell’Oregon, per un paio di mesi. Una volta tornata nella Corea del Sud, due anni fa circa, ho aperto il mio coffee shop. Non avevo bene in mente cosa avrei voluto fare, la mia idea era quella di viaggiare: volevo andare in Italia, in Australia, in Nuova Zelanda e molti altri posti, volevo imparare molte più cose, lingue e incontrare nuove culture…ma un giorno un’amica di mia madre mi diede l’idea di aprire qualcosa di mio qui. Non avevo mai lavorato in questo settore e non avrei neanche mai immaginato di iniziare a farlo, così mi misi al lavoro e imparai a fare funzionare e a gestire il mio nuovo locale. Non fu semplice all’inizio, ho appreso parecchio dalle persone che vengono qui, sono stata fortunata, ho sempre incontrato bella gente.

In questa zona ci sono diverse guest houses e ci sono molti viaggiatori che entrano a bere un caffè e passano del tempo da me. Con alcuni di loro sono diventata amica, sono spesso cordiali e dalla mentalità aperta, mi hanno anche aiutata nei momenti più impegnativi e indaffarati, soprattutto quando realizzano che sono da sola a gestire il mio coffee shop molti mi vogliono dare una mano. Mi aiutano a decorare e sistemare il locale, a volte alcuni di loro sono dei professionisti del mestiere e mi danno dei consigli utili su come gestire la mia attività e su come rendermi la vita lavorativa più semplice.”

“Questo coffee shop è fatto della gente che lo frequenta.”

“Durante i primi tempi che ho aperto, vedere tutte queste persone in viaggio, tutti così liberi e sempre in movimento, mi ha fatto sentire come in trappola, ho poi capito però che avere loro qui è come continuare a esplorare il mondo ma rimanendo nella mia Seoul. Cosa che mi piace persino di più che il viaggiare stesso, perché ho scoperto che non è il viaggio quello che mi interessa ma le esperienze che si possono avere mentre si è in paesi lontani sono quello che voglio e mi affascina e, come dicevo, fortunatamente la gente che viene nella mia caffetteria mi trasmette questa sensazione. Ho realizzato che quando pensavo al viaggiare era più che altro un sogno, un modo per fuggire dal quotidiano in un momento nel quale non sapevo cosa avessi voluto fare, ma ora sto costruendo qualcosa con il mio lavoro e il mio impegno, mi sento bene e a mio agio qui.

Ho anche clienti coreani, spesso vengono perché incuriositi dal fatto di avere dei viaggiatori stranieri da me, alcuni vogliono praticare il loro Inglese. Alcuni sono attratti dall’atmosfera del mio coffee shop piuttosto differente dagli altri nella zona che di solito sono più sofisticati e alla moda, da me è molto più semplice e accogliente.” Un posto davvero piacevole in effetti, visitare Yena ci si sente come se si andasse a trovare un’amica.

“La cultura asiatica è stata spesso influenzata dagli standard dei paesi occidentali, dei quali ammiriamo le culture e gli stili. Molte persone non conoscono quelle nazioni ma si sono innamorate dell’idea che si sono fatti di esse, una specie di sogno. Spesso vorrebbero trasferirsi all’estero, provando una sorta di invidia e pensando che la vita sia migliore che qui, ma non sanno bene cosa significhi vivere in quei paesi. 

Ho constatato che una volta che si matura si inizia ad accettare di più quello che siamo, ad apprezzare la propria cultura e il proprio paese di origine. 

Non credo che lavorerò al mio progetto del coffee shop per sempre, mi piace imparare cose nuove. Ma questa esperienza mi ha insegnato parecchio, sono diventata indipendente, mi sono impegnata molto e ho lavorato duro per riuscire a imparare a gestire questa mia attività da sola. Tutto richiede tempo e va costruito passo dopo passo, poco alla volta. Spesso veniamo catturati dalle storie, vediamo sempre i successi degli altri ma non pensiamo alla fatica e al tempo impegnato per arrivare a tali risultati.

Questo posto mi ha dato parecchia stabilità, sono soddisfatta della vita che sto vivendo ora, anche se a volte è difficile coordinare il tutto. Così mi distraggo con la musica, ho iniziato a imparare a suonare il violoncello un anno fa. Per il mestiere che faccio sono sempre a contatto con molta gente, ho bisogno di ricaricarmi stando da sola, questo strumento mi aiuta a rilassarmi.


Quando ero alle superiori ho sempre avuto pressioni da parte della famiglia, degli amici e insegnanti legate alle scelte che avrei dovuto fare. Non mi sono mai sentita del tutto libera di fare quello che volevo. Mi piacerebbe essere stata coraggiosa abbastanza da prendere in mano la mia vita a quel tempo. Per esempio mi ricordo che volevo studiare e perfezionare il mio inglese, mi sarebbe piaciuto raggiungere i livelli di un madrelingua…ma tutti mi dissero di focalizzarmi solo sulle materie scientifiche, perché ero brava in quello e mi sarei dovuta impegnare per superare il test d’ammissione all’università…le lingue le avrei potute studiare poi più avanti. Andavo spesso in biblioteca a leggere libri, ma mia madre non era d’accordo, voleva che studiassi solo i testi scolastici e non perdessi tempo con altro. Ma quello per me fu un periodo prezioso nel quale trovai negli scritti che mi interessavano la mia filosofia di vita.

Sto diventando man mano più saggia e matura, ora posso prendere le mie decisioni da me, indipendentemente e in maniera libera. Una “libertà limitata”, nel senso che non è un fare tutto ciò che voglio, ma un modo di scegliere in maniera cosciente quello che mi aggrada.

Quando incontro nuove persone mi sento viva, quando parlo con loro, quando aprono il loro cuore a me, quando mi raccontano e condividono le loro storie, quando si sentono a proprio agio assieme a me…è davvero importante per me. 

La curiosità credo che sia fondamentale: sono una persona molto curiosa, faccio molte domande perchè mi interessano le varie opinioni degli altri, voglio capire cosa ne pensano di un determinato argomento o questione. Mi piace stare a casa da sola e per i fatti miei, ma allo stesso tempo sono affascinata dalla gente e voglio essere in loro compagnia.  Una ragazza spontanea e dal sorriso sereno, simbolo di una bellezza che viene dall’interno e non legata a una superficiale apparenza. 

Di sicuro se lavorassi in un’azienda farei molti più soldi, che non nego non siano importanti, ma quello che ho imparato e acquisito con questa esperienza nel mio coffee shop è qualcosa che non si può comprare, in nessun modo, è qualcosa di inestimabile!”


The Wanderlust Corner si trova nel quartiere di Sinchon: 6 Sinchon-ro 3-gil, Sinchon-dong, Seodaemun-gu, Seoul.

Andate a bere un delizioso caffè e a trascorrere del tempo piacevole da Yena! 

Qui il suo IG: @thewanderlustcorner


Luca Sartor

Esploratore indipendente, innamorato dei paesi e delle culture asiatiche. In viaggio da sempre, vivo da anni nel continente asiatico. Seguitemi su INSTAGRAM @lucadeluchis